La parola agli allievi
Frammenti di vita e di poesia (Auser-Auptel 2003/2004)
“Le parole — dono proveniente da un silenzio – vengono donate ad un altro silenzio – il silenzio misterioso e personale del compagno con cui tento uno scambio vitale: il testo diventa un appunto di viaggio da passare di mano in mano, una mappa già sfogliata… L’altro ascolta, accoglie, comprende (forse…) e, comunque sia, ricambia.”
Giovanna Zampetti
“Mi sono iscritta al corso per imparare a scrivere, alla fine del corso ho imparato a respirare. L’attenzione al respiro è stato uno dei primi esercizi che l’insegnante ci ha proposto.
Assaporavo l’aria che inspiravo e che espiravo, così da trovare la piena unità del corpo. E solo quando il tutto si è riunito che sono riuscita a vedere cose nuove, a gustare ogni attimo, a entrare nell’attimo, a sprofondare (per alcuni istanti) in una calma sconvolgente, anche quando il bimbo piange, il cielo è grigio, il semaforo è rosso e all’appuntamento delle 11 si presentano alle 12.
Aspetti, respiri e scrivi.”
Leonarda Perrone
“E ‘ un corso molto diverso da qualsiasi altro. Si ascolta il silenzio, ci si immerge nell’io a volte sconosciuto e si affronta la paura del mistero. E’ stata un’esperienza positiva che mi ha tanto arricchita e che vorrei continuare.”
Lucrezia Colacicco
“Grazie per questo corso di poesia creativa. Il silenzio è stato pieno di parole, pensieri e immagini. Il respiro, un momento di sosta nel mio essere caotico. Lo scrivere a perdifiato, senza termine, nonsenso e senso, inconscio. Infine tornare alla poesia dopo mesi di apatia,
Capire il corso non è facile, si può desiderare di farne un altro ancora. Intanto dico grazie per tutto quello che ho avuto.”
Patrizia Papili
“E’ stato un corso che apre il cuore e l’anima. Un angelo ti respirava all’orecchio e la poesia prendeva a vivere nel sangue. Ringrazio tanto Rita!”
Irina Andreeva (di lingua russa)
“L’incontro con la Prof ssa Rita Bigi è stato un incontrare me stessa. Prima di frequentare il corso di scrittura creativa respiravo ma non vivevo. Il mio corpo era visibile, ma io non c’ero.
Per diverse lezioni la mia logica continuava a ritenere assurde le sue metodologie, tuttavia l’anima dava segnali che mi inchiodavano su quella sedia a dispetto dei miei pensieri di fuga. Sensazioni sconosciute si insinuavano nella corteccia della mìa razionalità e lentamente la scalfivano. Infine le rigide barriere della mente crollarono.
Quello fu l’inizio di una nuova vita.
Cominciai a muovere i primi passi nella dimensione dell’esserci, con la meraviglia e lo stupore di un bambino. Le tecniche della professoressa sono diventate pratiche quotidiane di cui non potrei fare a meno. Ho conosciuto il silenzio che è diventato il mio rifugio, il luogo ove mi ricongiungo alla mia essenza e mi ricarico. Ho scoperto la creatività che non sapevo mi appartenesse. Ho trovato la mìa dimensione spirituale.
Non avevo mai scritto prima dì frequentare questo corso. Il racconto “la giacca a quadri “, pubblicato in una raccolta di testi finalisti di un concorso di narrativa, è stata la mia prima produzione letteraria, nata dall’ascolto del silenzio.”
Rita Speca
Frammenti di vita e di poesia (5.25 MB)
Anche l’inverno ha il suo perché (Auser-Auptel 2004/2005)
Sì, sono cambiata, anche se non so quanto. Sono più allegra, vedo più cose, sono più attenta alle variazioni del mio umore e spesso riesco a influenzarlo, penso, migliorandolo. Mi sembra di voler più bene ai miei cari e lo dimostro, ricavandone gioia. Sorrido più spesso e ne sono consapevole. Mi sento più bella, anche se più vecchia. Più poetica (scrivo, forse, delle poesie) e mi sembra di aver scoperto un nuovo gioco che mi appassiona. Vedo la natura con occhi diversi e godo del freddo, del sole e della pioggia. Del caldo non so, non è ancora arrivato. Ho attraversato un periodo buio in novembre e dicembre, ma superata quella strettoia mi sento in discesa e tutto mi appare più facile.
Perché continuare? Per arrivare fino in fondo e per scoprirmi nuova e diversa.
PS. Mi piacciono tutte le allieve e gli allievi del corso, un gruppo eterogeneo ma coeso, una simpatica armata Brancaleone, piena di stupore, allegria e buona volontà.
Non so se scriverò meglio, in compenso mi diverto moltissimo. Merito di Rita che mi sembra, e lo dico con ammirazione, “Brancaleone da Norcia”.
Maria Pia
Perché continuo a venire a questo corso? Forse perché mi stimola a crescere e soprattutto a scrivere, lo considero quasi terapeutico. Questo corso mi ha insegnato a respirare e ad ascoltare le persone, anche la mia voce ha cambiato tono. Ho imparato a dare risposte alle esigenze dello scrivere che prima mi erano vaghe. Ora ne sento il bisogno per cercare un equilibrio interiore, ho acquisito più sicurezza, mi ha reso più consapevole e insegnato a non vergognarmi dei miei stati d’animo e dei miei malumori. Oggi riesco ad osservare meglio le persone, ad ascoltare i rumori in modo diverso, cerco da più angoli come guardare le cose, ho una visione completa dello scrivere e un’armonia maggiore con la lingua italiana.
Marco
Il corso della rinascita.
Arrivo non molto sicura di trovarmi a mio agio in questo corso. Voglio imparare meglio l’italiano e anche trovare qualche amica per scambiare quattro parole.
Oh! Sorpresa. E meraviglioso!
Non so se imparerò a scrivere bene l’italiano, ma so che quello che voglio dire lo dirò nella migliore maniera.
Ringrazio tutti e specialmente chi mi ha fatto risvegliare dallo stress e dalla depressione. Sono rinata!
Alicia
Perché continuo e continuerò a venire a questo corso? La risposta è complessa. Istintivamente direi che è un richiamo irrazionale quello che mi spinge ad andare a lezione come una scolaretta con il pranzo sullo stomaco e gli occhi appesantiti dalla pennichella mancata. Sicuramente sono tante cose insieme. E rompere la monotonia di una settimana come tante. E passare due ore in piacevole compagnia.
E scoprire un metodo di scrittura tanto semplice quanto affascinante che, come un Azzeccagarbugli, ti insegna a fermare sulla carta i pensieri vagabondi.
Ma per quanto mi riguarda è anche e soprattutto una sfida a me stessa. E un costringermi ad uscire dal bozzolo che ho creato a mia difesa e nel quale quasi sempre mi nascondo.
Scrivere qui significa per prima cosa accettare di mettersi in gioco; significa uscire allo scoperto perché non è possibile fìngere, significa sottoporsi e accettare il giudizio degli altri, significa anche un pochino soffrire perché si gioca con quanto di più profondo c’è in noi stessi.
Ma, come si sa, soffrire insieme è meno faticoso e giocare è decisamente bello.
Laura
Anche l’inverno ha il suo perché (572.59 kB)
Viaggiatori Incerti (Auser-Auptel 2004/2005)
Leggere e scrivere è librarsi in una dimensione allargata in cui chi scrive e chi legge si incontra e condivide i propri spazi e le proprie emozioni. Credevo che lo scrivere fosse un privilegio riservato solo a pochi fortunati. Ora ho capito che tutto è già scritto dentro di noi e che basta solo un po’ di silenzio, un po’ di distacco dalla vita perché tutto possa affiorare e diventare poesia.
LauraHo iniziato il corso di scrittura creativa ad ottobre del 2002 ed ho continuato per 3 anni come un bambino piccolo incuriosito di conoscere cosa succede quando ci si mette in gioco.
Ed ora so che è solo giocando che impari il gioco, è solo giocando che butti la palla in rete, è solo giocando che scivoli in quel mondo di bambino e scopri che può succedere, ma solo se ti lasci sorprendere, se ti lasci stupire, se ti lasci…
Leonarda
Ci ho messo quasi trentanni per capire che dovevo mettere per iscritto quello cne vedevo e quello che sentivo per stare bene con me stesso. Questa è stata la motivazione che mi ha spinto inizialmente al corso di scrittura creativa. L’idea era che con un po di nozioni e di tecnica avrei potuto scrivere qualcosa di mio.
Fare lo scrittore è sempre stato nei miei pensieri, devo essere sincero, anche se non in modo ossessivo e passionale come dovrebbe essere per ottenere risultati, ma piuttosto come sogno nel cassetto per coccolarsi magari nel rimpianto in qualche serata d inverno.
Sono stato sempre convinto di non essere portato per la scrittura e tanto meno di avere il talento necessario, per questo ho sempre avuto un approccio molto timoroso verso gli ambienti intellettuali.
Questo corso, improntato molto su l’ autoanalisi, la conoscenza profonda di se stessi è stato decisivo, mi ha aperto nuove impensabili strade, è stato una molla che mi ha convinto che la possibilità di scrivere è molto concreta e reale più di quanto uno si possa immaginare.
Ora spero di aver trovato definitivamente l’energia e la convinzione che mi mancavano per scrivere.
Marco
Nel marzo del 1959 l’esploratore inglese Jokn Balmoral ed il suo connazionale, l’antropologo Jerry Smith organizzarono una spedizione sulle Ande alla ricerca del mitico uomo delle nevi. Giunti sul posto iniziarono il superamento di Passo Ventoso, ma ben presto dovettero desistere per le avverse condizioni atmosfericke e rimandare il tentativo al giorno seguente. Decisero pertanto di sistemare il loro campo base in un avvallamento nella neve perenne che sembrava fatto apposta per loro, circondato com’era tutt’intorno da una sorta di rialzo naturale. Purtroppo neppure il secondo giorno poterono attuare il progetto d’attraversamento del passo e così pure il terzo ed il quarto. Un’ondata di maltempo eccezionale ed inaspettata aveva così decretato la fine dell avventura dei due uomini. Giunti allo stremo delle forze e delle risorse essi si videro costretti a chiamare aiuto per essere prelevati e riportati a valle. Quando gli uomini dell’elicottero furono sopra al campo base non poterono credere ai loro occhi: la tenda, infatti, era stata piantata esattamente al centro di un enorme impronta di gorilla».
Anch’io proprio come gli esploratori del mio sogno non mi ero accorta di trovarmi accomodata al centro di un grande quanto misterioso corso d’istruzione intitolato per l’occasione Corso di scrittura creativa. Ascoltavo in silenzio l’introduzione, prendevo appunti come all’università ed intanto cercavo di raccapezzarmi, con scarso successo, su quel terreno sconosciuto. Poi ho capito! Non riconoscevo ciò che mi era offerto perché mi aspettavo tutt’altra cosa, e non vedevo ad un palmo dal mio naso. Non stavo ricevendo istruzioni, ma metodi. Non mi si diceva nulla riguardo alle tecniche ed ai linguaggi, né mi sarebbe mai stato detto. Accettare questa scoperta senza scappare via come hanno fatto altri, continuare a frequentare questo strano corso non è stato facile.
Sono rimasta essenzialmente perché ogni appuntamento era per me un piacevolissimo intrattenimento dei sensi. Il corso di scrittura si è rivelato un vero e proprio corso di vita, un’affascinante scoperta, un assaggio di quanto è possibile fare non solo per scrivere, ma essenzialmente per vivere meglio con se stessi; ha introdotto nella mia vita una parola che mai prima avevo considerato: meditazione, e di questo sarò sempre grata a Rita Bigi Falcinelli.
Rossana
L’esperienza che, Rita Bigi, ci propone da diversi anni, per me è qualcosa di elevato.
Spiritualmente si riceve tanto, psicologicamente si approfondisce tanto e ci si sente uniti alle persone del gruppo.
Lucrezia
Il corso di scrittura creativa per me si può raccontare in tre parole: passione, divertimento, stupore.
La passione è per la parola, da gustare, creare, respirare, da comporre e disfare, da liberare e arginare, da tuffare come un sasso nello stagno addormentato.
Il divertimento è nell’attimo in cui il testo affiora sulla carta attirato dal gioco dell’osservazione e dell’immaginazione, nel vedere che l’esperienza è lì, sul foglio bianco distanziata quanto basta per riconoscerla, riorganizzarla, ricordarla (riportarla al cuore).
Lo stupore è nello scoprire che ogni azione, gesto, colore, suono… può suscitare un piccolo evento creativo, e ogni cosa può emergere dall’ordinario e diventare straordinario: ogni movimento può inquadrare un ritmo e la parola ha il potere di vestire di novità anche le quotidiane banalità.
Giovanna
Il viaggio intrapreso è stato profondo ed intenso. Grazie per l’originalità del vissuto in comune.
Patrizia
Sono diversi anni che frequento il corso di scrittura creativa ed ancora sono piacevolmente sorpresa nel constatare che c’è sempre qualcosa di nuovo che scaturisce dall’ascolto consapevole dei miei compagni:
E’ un’esperienza che si rinnova continuamente, accrescendo l’interesse per la scrittura, che, nascendo dal silenzio, acquista intensità, maturità, sensibilità insperate.
E’ un continuo e reciproco dono che ci arricchisce, rendendo luminosi i miei anni oscuri di vecchiaia. Grazie Rita.
Fiorella
Viaggiatori Incerti (6.61 MB)