Il Segno e il Senso
L’occasione-stimolo è stata duplice: un corso di poesia, tenuto nell’VIII Circolo Didattico di Ancona e, in particolare, nella scuola a tempo pieno di Ghettarello; una ricerca sui codici espressivo-comunicativi, programmata per il corrente anno scolastico nella classe II B della Scuola Media Donatello di Ancona.
Nell’uno e nell’altro caso si è trattato di calarci tutti, insegnanti ed alunni, in una situazione produttiva, per sperimentare non solo la flessibilità significativa e la plurifunzionalità della lingua, ma anche l’interazione esistente tra i codici linguistici e non linguistici nella trasmissione del significato.
In questa avventura espressivo-comunicativa (conoscenza della lingua come espressione di un sentimento e come mezzo di comunicazione di un pensiero) mi hanno seguito e mi hanno sostenuto, collaborando attivamente, la professoressa M. Antonietta Boriani, docente di educazione artistica della Scuola Media Donatello che, insieme alla classe II B, si è occupata del “senso” nel segno iconico, e gli insegnanti dell’VIII Circolo Didattico: Daniela Romagnoli, Angela De Sanctis, Giovanna Manso, Roberto Catalani, Ombretta Aureli, M. Antonietta Andreotti, Enrichetta Susini, Floriana Giampieri, M. Vittoria Lanari.
Lo scopo è stato quello di dotare gli alunni di un bagaglio di esperienze concrete, segniche e, in particolare, linguistiche. Ciò ha determinato la necessità dell’atto produttivo. A sua volta l’atto produttivo, per esigenze di concretezza, ha imposto la presenza di un interlocutore mediante la pubblicazione del prodotto.
E’ nato così, con l’apporto significativo di tutti, il nostro SEGNO-SENSO.
Rita Bigi Falcinelli.
Prefazione
Per la semantica classica tra segno e “cosa” designata il rapporto è di tipo isomorfico, nel senso che ad ogni parola si può far corrispondere una “cosa” e che la connessione tra le parole riproduce la connessione sussistente tra le cose.
La semantica moderna ha messo in crisi tale concezione, stabilendo che il significato non dipende solo dall’aspetto sistematico o sincronico del linguaggio (cioè dalla sua sintassi), ma anche e soprattutto dall’aspetto funzionale, finalistico e diacronico, e cioè dalla pragmatica del linguaggio.
Se si analizza infatti la ormai famosa frase “La vecchia porta la sbarra” non è tanto la coerenza sintattica che ci spiega il significato della stessa, ma è il contesto entro cui si situa l’esperienza linguistica dei parlanti che ci dà ragione del suo significato.
Oppure, come dice M. L. Altieri Biagi, una frase come “Il sole è quadrato” è grammaticale, ma contraddittoria nei confronti dell’esperienza comune e pertanto scarsamente accettabile da un parlante che la giudichi nel suo isolamento; essa può diventare legittima se giudicata nel contesto, per esempio in quello del commento a un disegno di un bambino che abbia rappresentato il sole con quella forma.
Né sarebbe del tutto impossibile immaginare una giustificazione “metaforica” della frase, qualora essa si trovasse in un contesto in cui la costanza di forma e la regolarità di comportamento del Sole, paragonati all’instabilità e volubilità della luna, consentissero di definire il Sole “quadrato” nel senso traslato di “equilibrato”, “assennato”, ecc.
Ed è entro i confini di questa cangiante contestualità che va collocata l’esperienza fatta dai ragazzi, che hanno dato vita al lavoro che qui si presenta.
Un’esperienza bellissima che ha permesso loro di scoprire le infinite possibilità che si hanno, mediante il linguaggio, di leggere, interpretare, ed esprimere la realtà.
E’ questa vera Educazione Linguistica, ed il merito va ascritto alla Prof.ssa Rita Armanda Bigi che del presente lavoro è stata l’anima.
Un apprezzamento va rivolto, pure, alla Prof.ssa Maria Antonietta Boriani, preziosa collaboratrice per la parte grafica.
Un ringraziamento infine alla Regione Marche, nella persona del suo Presidente Rodolfo Giampaoli, che ne ha permesso la pubblicazione.
Prof. Giuseppe Pascali – Preside della Scuola Media “Donatello” di Ancona
Copertina del libro: IL SEGNO E IL SENSO (2.69 MB)